Come educare un figlio

No, tranquille! Non sono qui a dirvi come educare vostro figlio… non credo di essere una super Mamma che può insegnare qualcosa a qualcuno, anzi molto spesso mi sento una mamma inadeguata! Più che altro voglio raccontarvi la nostra “evoluzione educativa” e confrontarmi con la vostra per vedere altri punti di vista!

I miei genitori hanno adottato due sistemi educativi diversi con i miei due fratelli più grandi e con me e mio fratello più piccolo. Non è stata una scelta: quando sono diventati genitori erano giovani e inesperti e mio fratello e mia sorella grandi erano abbastanza “pesti”; al contrario io e l’altro mio fratello eravamo i classici bimbi che “dove li metti stanno”. Per questo motivo hanno adottato un metodo con “pugno più duro” con i primi e più blando con noi due. Ancora oggi, però, mia mamma si pente dell’educazione troppo rigida, sebbene i miei fratelli non siano cresciuti né violenti né disadattati!

Anche io e Marito non ci siamo seduti per decidere a tavolino come educare M 1.0 e all’inizio siamo stati davvero troppo rigidi. Io, in particolare, perdevo la pazienza facilmente! Attenzione! Non ho mai picchiato mio figlio, ma qualche piccolissima pacca su sederino o manina scappava e , soprattutto, lo sgridavo con un tono di voce troppo forte e aggressivo. No, non ne vado fiera per niente anche perché M 1.0 si innervosiva (e noi con Lui) e aveva preso la brutta abitudine di rispondere anche Lui alzando le mani! Lì ho capito che stavamo davvero sbagliando!

A quel punto con Marito ne abbiamo parlato e siamo arrivati alla conclusione che qualcosa doveva cambiare!
Abbiamo, quindi, fatto inversione di marcia eliminando del tutto le piccole “pacchette” e abbassando decisamente i toni della voce! E sta funzionando! M 1.0 è decisamente più sereno e devo dire che ascolta pure di più; anche il momento della messa a letto è diverso! Non perdendo la pazienza, Lui non  si scatena e crolla molto presto!

Negli ultimi due giorni sono ,però, ricaduta nel nervosismo e me ne pento amaramente. E’ un periodo difficile per me: aspettiamo l’esito dell’esame del DNA fetale, ho doloretti al basso ventre da un paio di giorni e sto passando il primo week end da sola con M 1.0 (Marito è andato ad un congresso: è partito ieri e tornerà domani a pranzo in tempo per andare a mangiare fuori e festeggiare la festa del Papà).

La cosa mi ha buttato nello sconforto più totale perché, ovviamente mi sono detta che MAI il mio stato d’animo deve influenza il metodo educativo e che, soprattutto, se sono nervosa non posso di certo prendermela con la “cosa” più bella che mi sia capitata nella vita…

Adesso a voi…ditemi quale metodo educativo (se ne avete uno) adottate o avete intenzione di adottare!


6 risposte a "Come educare un figlio"

  1. Eccomi qui! Dunque, per prima cosa secondo me è normale che i nostri stati d’animo vengano percepiti dai figli, siamo esser umani e non robot. La cosa importante è spiegare loro cosa succede in modo che possano capire. In quei due libri di cui ti ho parlato spiega che è utile parlare sempre in prima persona, sia quando si tratta di un comportamenteo del bimbo, sia quando è la mamma a comportarsi “male”. Cioè, io cerco sempre di parlare a bassa voce e in tono calmo, ma a volte se fa qualcosa di pericoloso mi spavento e alzo la voce, e allora dico:”Cesare, mamma si è spaventata e per questo ha urlato”. Oppure se sono stanca, triste, arrabbiata, per cose che non c’entrano con lui (come nel tuo caso in questo perido difficile) glie lo spiego:” Cesare, mamma si sente triste /arrabbiata/stanca. Non ce l’ha con te ma non ha voglia di giocare. ” Per farti un esempio. Anche quando è lui a comportarsi in un modo che non vorrei prima di tutto mi chiedo cosa provoca in me il suo comportamento. E’ un pò complicato da spiegare in due parole, forse mi conviene fare un post sull’argomento!!! 🙂

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  2. Ho due gemelli di 21 mesi e non ho pianificato alcun metodo educativo, parto dalla certezza che per forza qualcosa sbaglierò e che sono un essere umano che a volte è vittima delle proprie emozioni.

    Ovviamente cerco di approcciarmi a loro con affetto ma anche in modo fermo quando serve, quando puntano i piedi e non cedo, cerco di spiegare perchè certe cose non si possono fare e anche se sono piccoli cerco di dialogare e spiegare molto.
    Però sono una donna che lavora e che si trova a gestire due bambini vivaci da sola per diverse ore al giorno ed ogni tanto perdo la pazienza, li sgrido, mi inalbero, ed è capitato che trascendessi nel vero senso della parola. Poi mi spiego del tipo “La mamma si è arrabbiata perchè si è spaventata vedendovi in piedi sul tavolo”… roba simile.
    Oppure gli racconto la mia giornata e gli spiego perchè sono felice, triste o stanca.
    So che non comprendono tutto ma cominciano a capire che nella vita si è felici, ci si arrabbia, ci si frustra e ogni tanto non si sta bene.
    Per farti un esempio di solito quando torniamo dal nido ci fermiamo in giardino a giocare. L’altro giorno non stavo bene e gli ho spiegato perchè saremmo andati subito in casa.

    Poi va da persona a persona. I miei bimbi hanno caratteri completamente diversi e il metodo che uso con uno non va bene con l’altro quindi mi adeguo a loro.

    Io sono piuttosto sanguigna quindi mi accendo facilmente e loro mi conoscono quindi sanno che è piuttosto facile sentirmi alzare la voce mentre è rarissimo che lo faccia il padre, quando capita si preoccupano subito.

    Quando litigano spesso lascio che si gestiscano da soli perchè ho notato che spesso e volentieri senza l’intervento dell’adulto la questione si risolve con un paio di frignate e poi via come se nulla fosse successo.
    Ammetto però che le dinamiche in presenza di gemelli sono diverse (io spesso non capisco chi ha fatto cosa e quindi rimprovero entrambi perchè altrimenti metà di quello che combinano passerebbe inosservato) e loro già da piccoli si coalizzavano per coprire le marachelle.

    Sono anche abbastanza fortunata perchè non sono nè scenoni nè capricciosi. Nei limiti della loro età sono ubbidienti e mi ascoltano.
    Quando sono sola, perchè con i nonni saltano tutti gli schemi e mi viene l’ulcera ogni volta.

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